La nuova Russia by I.J. Singer

La nuova Russia by I.J. Singer

autore:I.J. Singer [Singer, I.J.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2024-02-19T23:00:00+00:00


POPOLI

L’abkhazo che ho conosciuto sulla nave ci rimane molto male perché intendo fermarmi a Jalta e non proseguirò con lui. Nelle trentasei ore passate insieme a bordo ha sviluppato nei miei confronti un forte attaccamento. Non ha fatto che raccontare storie di guerre e massacri, agitava una mano e poi si passava un dito sulla gola per mimare uno sgozzamento, e nel bel mezzo di tutto questo all’improvviso diventava terribilmente sentimentale e pieno di passione, e mormorava con un sospiro:

«Se almeno fosse rimasto anche un solo aristocratico!».

Io gli piacevo molto, così mi ripeteva, Dio solo sa perché. E mi aveva invitato in Abkhazia.

«Venite» mi diceva. «Mi siete simpatico e vi offrirò di tutto – šašlyk e čeburek e boza... e sarete il mio kunak».

Šašlyk e čeburek sono dei piatti, boza è una bevanda bianca e kunak nel dialetto locale significa «amico».

Il mio visto per la Russia mi dà diritto a visitare tutte le repubbliche sovietiche a parte alcune repubbliche lontane, nelle quali non devo mettere piede. Nel mio passaporto si dice esplicitamente che «nel rispetto delle leggi della Repubblica socialista sovietica e delle Repubbliche dell’Uzbekistan e Turkmenistan, è fatto divieto di ingresso, in assenza di un permesso speciale, nei territori di queste repubbliche: Turkmenistan, Uzbekistan, Jacuzia, e delle isole di Vaigač, Kolguev, e Novaja Zemlja nell’Oceano Artico settentrionale».

Così non avevo altra scelta che rifiutare l’invito del mio gentile conoscente asiatico.

Solo dopo aver visitato quei luoghi sono arrivato a conoscere i tanti popoli ed etnie diversi presenti in Russia, specie in Crimea.

A quanto pare, in molti popoli orientali, in particolare tra i maomettani, infuriano le stesse battaglie e guerre tra sette e scuole religiose che si vedono tra gli ebrei. La vecchia generazione di maomettani che vive in Russia resta fedele all’istruzione tradizionale, le scuole e i maestri insistono con zelo sui versetti del Corano finché questi non penetrano nelle teste dei giovani. Gli insegnanti maomettani sono perfino più spietati di quelli ebrei, e picchiano gli alunni con bastoni e bacchette, come mi è appena capitato di vedere in una di queste scuole in Crimea. Un tataro con la testa tonda e rasata sedeva con un gruppetto di bambini tatari dagli occhietti neri, che faticavano su un testo religioso tataro. I bambini, gli strilli, e il chiasso, insieme al testo tataro che mi ricordava gli antichi caratteri Rashi, mi hanno dato l’impressione di una scuola elementare ebraica di vecchio stampo.

I tatari al giorno d’oggi sono a favore delle scuole tatare, proprio come gli ebrei sono a favore delle scuole ebraiche.

Però tra i tatari la cultura ha un ruolo molto ridotto. Tutti vorrebbero scuole, università, case editrici. Ma non è una questione di soldi. La politica sulle nazionalità condotta dai sovietici è giusta e saggia: tutti possono vivere seguendo la propria cultura e la propria lingua madre, i tatari però non sono in grado di beneficiare di ciò che viene loro concesso perché mancano di una classe istruita e dunque sono privi di dirigenti. La vecchia generazione è molto religiosa, lo è



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